August 12, 2008

Un paese in decadenza, anzi già decaduto

Scrivo questo blog in italiano, perché i panni sporchi si lavano in famiglia.

Purtroppo sto parlando dell'Italia.

Come è crollato il glorioso Impero Romano, adesso è il turno della nostra Banana Republic.

Tra i segni della decadenza vorrei citare i continui tentativi consci o inconsci di reazione, protesta, critica, cambiamento che si avvertono continuamente, ma flebili e senza futuro, in tutti gli ambienti. Ne siamo continuamente testimoni.
La mia memoria storica parte dall'elezione dell'onorevole Ilona Staller e dei numerosi personaggi all'incirca equivalenti che continuano a susseguirsi alla guida del nostro Paese.
E' chiaro che i governi hanno la responsabilità principale, ma essi non sono altro che l'espressione del paese.
Tra i segnali di maggiore portata vorrei citare in ordine sparso:
  • La nascita della Lega Nord che ha raggiunto più volte perfino lo status di partito stabile di governo.
  • I V-Day di Beppe Grillo che hanno mobilitato centinaia di migliaia di persone.
Spesso, le stesse degenerazione di forme di reazione nate con spirito benevolo non hanno fatto altro che accelerare irreversibilmente il processo di decadenza conclamata.
Forse oramai le nuove forme di reazione individuale o di sparuti gruppi non riescono più a fare breccia nella mentalità ormai diffusa di inguaribile pessimismo. Siamo abituati al peggio e non ci solletica più nessun barlume di miglioramento.

Visione eccessiva? Luoghi comuni.
Basta attraversare le nostre frontiere e raggiungere qualunque paese confinante o europeo per sentire palpabile la tristezza per la realtà della situazione.
Io mi vergogno ad invitare uno straniero nel mio Paese:

Senti, i centri storici sono sommersi dal traffico; i trasporti pubblici? inaffidabili, scioperi, ritardi; informazioni in Internet? cosa? I monumenti, la nostra risorsa fondamentale? affidati al volontariato o in abbandono. Almeno dormire e mangiare con poco... scordatelo. E attento alle truffe a agli scippi...


La misura che ci separa dai cosiddetti paesi industrializzati supera i decenni, mentre ci avviciniamo di gran carriera a quelli che fino a pochi anni fa avremmo considerato paesi arretrati.

Ammesso di invertire la tendenza oggi, con l'inerzia al peggioramento ci vorranno almeno 20 o 30 anni per raggiungere il livello di paesi come Francia, Regno Unito o Spagna.

Tra i parametri più importanti, forse la sanità rimane l'unico baluardo, ma chissà se reggerà il colpo dell'invecchiamento di una popolazione destinata a finire nelle mani di badanti extracomunitari.

Il progresso tecnico e scientifico compensa già parte del peggioramento; si pensi ai grandi benefici di cui godiamo grazie alle nuove conoscenze su
  • medicina
  • informatizzazione
  • telecomunicazioni
  • energia
  • materiali
  • metodi di produzione
Se consideriamo aspetti come
  • attenzione al bene comune,
  • i trasporti,
  • il paesaggio,
  • l'edilizia,
  • il costo della vita,
  • l'inquinamento,
  • la delinquenza,
  • la burocrazia,
  • l'illegalità diffusa,
il bilancio è pienamente negativo.
Se si pensa che questi sarebbero parametri fondamentali per un paese a vocazione turistica, dato che oramai l'industria è in totale disfacimento, la tesi è dimostrata.


La mia soluzione: moralizzare, dal basso, in maniera diffusa. Internet può aiutare.